Incomodar-se com os outros é uma clara declaração de que
não se está bem consigo mesmo.
“Incomode-se
com o que as pessoas dizem e você delas será escravo.
Lao Tzu
044.ab cqe
possuo a alavanca, porém me falta o mundo
Incomodar-se com os outros é uma clara declaração de que
não se está bem consigo mesmo.
“Incomode-se
com o que as pessoas dizem e você delas será escravo.
Lao Tzu
044.ab cqe
Meus pais não sabiam muito, mas sempre pronunciavam uma
palavra ao me verem saindo, para que não esquecesse enquanto estava longe de
suas vistas, e essa palavra continuo levando a sério, agora ainda mais, que
tenho consciência do que eles queriam dizer, mesmo que em muitos momentos de
suas vidas não foi o juízo que pautou suas decisões.
A sobrevivência do nosso estado de ser pode estar
vinculada a condicionamentos intransponíveis, qual mentira mal contada, sempre
requerendo atenção com os movimentos subsequentes; minando o maior desafio do
homem: sua liberdade; que está diretamente relacionada com sua dependência às
ações comprometidas com o meio.
043.ab cqe
Meu avô que trabalhou a vida toda em armazéns e cerealistas, repetia uma troça capciosa sobre os bajuladores da chefia, “quem não puxa saco puxa carroça”.
Qual fruto que não caiu longe do pé, neto do querido patriarca e que também passou ao largo da vida se arrastando como empregado no mundo corporativo, e depois de, passados tantos anos observando que a máxima do velho continua pertinente; assevero com propriedades o outro lado da moeda: ainda mais fraco que o adulador é o patrão que se sente bem ao ser bajulado ou ainda pior, que prefere ou depende desses para administrar parte dos negócios.
042.ab cqe
041.ab cqe
Da qualche
parte ho letto; “ha uno spirito così tormentato che perfino gli angeli gli
voltano le spalle”. Dicono che gli angeli siano gli ultimi ad abbandonare un
cuore turbato; Non abbandonano per sempre, ma rimangono in disparte, dopo
tutto, possono fare ben poco per aiutare uno spirito chiaramente squilibrato.
La
letteratura è piena di queste persone arrabbiate; Alcune delle pagine più belle
dell'Arte della Scrittura sono state possibili solo grazie alla presenza di
teste gentili e tenaci o di personaggi completamente disturbati.
A loro volta,
nella vita reale, migliaia di individui di buon carattere hanno trascorso anni
sopportando l’indicibile nelle mani potenti di questi veri carnefici; e anche
se hanno sofferto sotto il dominio di questi signori bestiali senza riuscire a
liberarsi dalle loro grinfie, e anche se noi non soffriamo più sotto i regimi
oscuri durati fino a pochissimi secoli, ad esempio, oggi una patina sociale,
alcune leggi e le regole li costringono per meno tempo a mettere all'angolo le
loro vittime.
Recentemente
ho visto il film norvegese Bastarden, 2023, dove il protagonista subisce per
lungo tempo inaccettabili battute d'arresto, a causa di un giudice potente,
pazzo, corrotto e ubriaco. Ciò che attira l'attenzione è che il motivo sono le
terre selvagge, cioè le brughiere appartenenti al re di Danimarca, che,
all'epoca, non erano adatte a nulla e tanto meno all'agricoltura.
Parte della
letteratura fa nascere l’idea che siamo anime erranti di piano in piano, di
universo in universo, e soggetti a tutti i tipi di “incontri”, sottolineo
l’espressione, notando che diverse discipline sono categoriche sul fatto che
questi coinvolgimenti siano affrontato. , con connessioni molto lontane dalla
nostra comprensione, e non casuali; e se la gamma universale delle anime che
possiamo incontrare è incalcolabile, d'altra parte può anche essere
spettacolarmente distinta; che potremmo percorrere un'intera epoca senza
ripetere l'incontro una volta, eppure, c'è chi, per una concomitanza di motivi,
si verifica, percorrendo gli stessi sentieri collegati tra loro ripetutamente e
per periodi indefiniti.
Le ragioni
meritano un capitolo a parte. Ne rischio alcuni, spiacevolezza, fissazione,
amore o quello che ancora intendono come amore; può però essere desiderio o
passione, vendetta, ignoranza: che viene dall'ignoranza che predomina; che a
sua volta risiede, o meglio persiste, nell'orgoglio. E tutto questo può essere
risvegliato in situ, cioè durante un intervallo di coscienza tra la vita e la
morte. Le Scritture insegnano che esiste un periodo, una sorta di limbo, come
una stazione intermedia tra la vita stessa e l'aldilà, dove alcune promesse di
comprensione vengono raggiunte, soggette però al velo di disaccordo che si apre
sull'intero spirito non appena inizia un nuovo viaggio o ritorna in uno degli
innumerevoli programmi.
Quando si
parla del Pianeta Terra, anche qui le congiunzioni sono diverse e riservate al
suo stato di equilibrio. Anche i livelli di energia, elementi e frequenze che
circolano sul pianeta sono di diversi livelli e dipenderà dai desideri di
ciascuno scegliere di rimanere fermi, rimanendo ai livelli inferiori che
generalmente sono più facili da inserire e quindi richiedono meno sforzo
dall'adepto e, così com'è, - oggi sappiamo che il cervello umano può essere
molto sbilanciato verso il facile - queste frequenze rudimentali catturano
sempre più persone ignare, dove vedono rinnovate le loro forze in modo
esponenziale; ed è in gran parte a causa di questo meccanismo che la nostra
maggiore tendenza è verso la distruzione o la non rigenerazione.
Orgoglio e
vanità sono i combustibili che più probabilmente bruciano coloro che si
imbarcano nel lato brutalizzato dell’esistenza. Pertanto, anche se passano al
piano fisico con la promessa di guarire le loro tendenze inumane, sono fragili
all'attenzione perché rimangono incorruttibili. E anche con l’aiuto iniziale di
un intero apparato psichico, con angeli e mentori che si sacrificano per un
corretto allineamento, le potenti forze negative, in un unico incidente,
sbilanciano, anche se momentaneamente, gran parte della preparazione
precedente. Poi la vita normale ti presenta dei “jab”, piccoli colpi che minano
la sicurezza acquisita alla vigilia della nuova esistenza, decostruendo la struttura
precedentemente organizzata e, di conseguenza, il male guadagna terreno.
Vivere è
un'arte inflessibile, indipendentemente dal lato scelto, ma spetta ai più
educati essere resilienti e corretti, quindi spetta all'uomo buono essere
paziente e osservare che l'individuo che ha commesso molteplici azioni nefaste
e chi ancora a causa di qualche meccanico strano o di allineamento privilegiato
è riuscito ad essere dirottato in una stazione di recupero e che,
immancabilmente, nella sua prossima esperienza, sarà in riabilitazione;
comprendere che questa fragilità potrebbe essere la tua condanna ad un’altra
vita di pratiche detestabili: conoscere questa verità e prenderla per te
dovrebbe riguardare tutti noi mentre cerchiamo una convivenza propizia nella
ricerca di servire bene queste persone, nelle loro lotte in cerca di
riabilitazione.
Chiaramente
si tratta di un esercizio di scrittura, e quanto qui menzionato riguarda solo
questa o l'altra scuola e, quindi, un piccolo esempio o promemoria, di come,
spesso disattenti e quindi contaminati, diventiamo inclini a intralciare i buoni
progetti. di convivenza, di convivere in armonia, dunque, questo momento
allude, chissà, a qualche volontà beneaugurante allontanata dalla vanità, con
l'intento di far sì che l'uno o l'altro riesca a spezzare questo fatidico
legame dove esseri di luce continuano involontariamente a imbarcarsi in erranze
nell'oscurità.
040.ab cqe
Grandes nomes, sob as bandeiras da honestidade e da honra, da ética e da razão, defenderam a política como instituição; porém hoje, independentemente do montante de nossos recursos gasto em propaganda, ainda assim, nunca deveriam te convencer de que foi bom para você o fato dos indivíduos que agora nos representam terem crescido.
039.ab cqe
Quanto
mais educação, menos leis — Leis não existem ou se tornam obsoletas em um
universo cuja consciência crítica foi alcançada.
*
Lei e Moral - Ao ler Kant, digo que só me submeto às leis
que eu mesmo poderia tê-las criado, sobre as demais, sou um mero escravo
obediente, embora, no meu conforto, não discorro sobre ambas.
*
Não nasci para andar na linha, mas não consigo me livrar dos fios do titereiro
amal
038.ab cqe
“Il
mondo materiale è un emblema, un geroglifico del mondo spirituale.
Pierre-Simon
Ballanche
Il pellegrinaggio umano risale a milioni di anni fa; In questo periodo breve rispetto all’eternità, all’infinito, dobbiamo quel poco che abbiamo assorbito alle centinaia di martiri, oggi diventati guide, mentori, pionieri della ragione che hanno aperto le prime vie, illuminando sentieri, o chiarendoli con le loro esperienze , molti a volte precari, poi per noi sostenuti e agevolati. A loro la nostra gratitudine deve estendersi anche e sempre, come effetto rigeneratore, del resto se oggi intravediamo coscienze migliori è proprio perché le loro sono state provate fino allo sfinimento e, anche in questo momento, possono sbocciare la nostra critica. coscienza in modo che ora possiamo, più facilmente, espandere ciò che questi Veri Maestri, da qualche parte nell'universo, continuano a guidare e facilitare il nostro viaggio.
*
Qualifichiamo invariabilmente movimenti, eventi, in un insieme più ampio di cose, trasformandoli in miti, se non dannosi, che li squalificano di fronte a volontà più grandi – o altri miti, dogmi e paradigmi accettabili.
Sono
le correnti momentanee, alla moda, opportune e cariche di materia, che
indirizzano tutte le azioni verso la contaminazione desiderata, adattandole o
distorcendole a qualche conveniente collegialità di particolare potere, quando
queste non si adattano al processo socio-politico attuale.
Non
siamo nulla di ciò che siamo, eppure il movimento sociale insiste nel renderci
proprietari di un protagonismo che non dominiamo nemmeno lontanamente, e questa
presunta paternità è la causa principale del nostro ritardo, mentre ci illudiamo
di essere ciò che siamo. Il mondo ha conquistato.
La nostra esistenza è diventata un mito mediatico in cui riusciamo in qualche modo, inconsciamente, ad autostimolarci, ad essere il meglio di noi stessi, e questa convinzione errata e perniciosa ci attacca e ci tiene in ostaggio di una vita – visione – superficiale di ciò che realmente pensiamo. Sono. potremmo esserlo. Crediamo cioè che siamo e possiamo, che siamo degni, che la nostra dignità deve essere sputata in faccia a tutti senza che lo sputo esca e poi gli altri, anche se non provano nulla, la apprezzano e sembrano conniventi, mentre lì è l'intesa che, per qualche motivo, devono accettare questo processo, che è periferico, evidenziando il più possibile gli individui che occasionalmente hanno bisogno di agire in questo modo, purché le altre maschere rimangano asciutte, intatte, e che le strade continuare a cedere il passo al processo creato, cioè a tutti noi con il collo teso.
Niente
può essere richiesto senza essere guadagnato; no, vivere nella società di oggi.
Tuttavia, alcuni miti sociali obbligatori, radicati e negoziati hanno camuffato
la comprensione comune di tutti coloro che si sentono, per caso, non solo
rappresentati, ma giustificati, ad esempio, a causa del riconoscimento di un
passato negligente. E le azioni in questo senso sono tutte non solo benvenute
ma obbligatorie, anche se andrebbero maggiormente contestualizzate alla luce di
intese intelligenti con l'obbligo del rispetto e della dignità delle decisioni,
quindi, oneste e serie.
Tutto
è una patina molto sottile – Quello che siamo arrivati a
capire è che questo è più simile a una trama sociale molto ben
costruita, che tende a un imbroglio, in molte organizzazioni, se si guardano i
dettagli del modo in cui viene consegnato, una vera mancanza di rispetto, un
inganno, un'illusione e, peggio ancora, una trappola, dopo tutto, fa capire a
molti cittadini che sono parte del processo e, inoltre, rispettati; quando è
lui stesso, credendo unicamente nella macro azione, ricevendo gli encomi, i
ritratti, i benefici nel modo in cui se ne vanta, che finisce per commettere un
atto vessatorio mancando di rispetto a se stesso.
Cosa
sono i miti? Tutto oggi è un mito senza significato di buon auspicio o al
contrario, con significati nascosti, dove il progetto sociale, la macchina
sociale si dirige verso gli atti sospetti, verso il dubbio, cioè non è mai
diretto a ciò che chiarisce, a ciò che delucida , ci sembra che gli atti
ufficiali non mirino mai a ciò che conta veramente per un uomo buono, che è la
semplicità, l'amore, il rispetto, imparare a essere grati e ad avere
compassione, cosa però del tutto diversa, a parte lo stolto vincolo della
teologia.
L'essere
semplice, l'essere gentile, amorevole, docile, gentile, amichevole, cordiale,
rispettoso, contemplativo, è stato nel corso dei secoli liquidato come
religioso – qui, nel peggiore dei casi la religione ha da offrire – schietto,
alienato, strano, qualcuno non tagliato per vincere. Ora ci chiediamo come, se
quanto abbiamo narrato finora ha a che fare con persone smarrite, illuse, prive
di possesso di sé, in fondo agiscono a causa di un processo sociale mascherato,
cioè di una situazione del tutto ombrosa e quello contaminato.
Quanta
verità c'è nel nostro diffuso modo di agire contemporaneo???
Ripetiamo
ancora; Non c'è modo di essere qualcuno se non puoi raggiungere questa
personalità, essere qualcuno.
Siamo
uno stereotipo molto malformato, nelle azioni diffuse e ricorrenti, possiamo
dire che non siamo zombie solo perché abbiamo tutte le proprietà di un essere
umano pienamente completo, ma la nostra mente è assurdamente dominata da idee e
suggestioni che vanno oltre la nostra volontà e la nostra capacità. il
risultato è catastrofico. questa osservazione: sono inibitori delle gigantesche
forze di cui disponiamo per combattere questo stato vegetativo. Diventiamo
piccoli miti. Non siamo più persone con una nostra personalità.
Citiamo
solo un esempio di mito pernicioso, cioè si risveglierà non appena la parola
sarà scritta: hippie. Il movimento hippie, nel suo principio basilare,
rimuoveva il processo umano opportunistico che lo contaminava; È un movimento
bellissimo, di pace, amore e solidarietà, però basta avvicinarsi ad esso e tutto
ciò che di male è legato ad esso diventa più forte di significato, superando il
significato di buon auspicio delle parole amore, pace, gentilezza e
solidarietà.
Così
è per tutto ciò che può nascere da un pensiero puro, o anche nascere, o
finalizzato al vero bene comune, gratuito, bello, senza il senso dello scambio,
del pagamento.
Saltiamo
questa tappa, la bruciamo, la viviamo solo da bambini e ogni secolo, solo con i
bambini più piccoli di ogni generazione, quindi è certo che la nostra essenza
viene cancellata; ciò che siamo non siamo noi. Siamo i più grandi, però, non
lasciandoci compiere i passi uno per uno, imparando a conoscere la nostra
essenza, ciò che sperimentiamo è l'essenza degli altri, imposta, della
perniciosa materia sociale che contamina il nostro pensiero e ciò che ci è
riservato è essere condannati alla nostra mediocre vita quotidiana.
Insomma,
le nostre prospettive miopi non possono permettersi, né tantomeno osare
immaginare che, in questo vasto universo che abitiamo, possa esistere una
volontà più grande finalizzata al bene, all'amore, all'equilibrio, alla
considerazione, alla pura e semplice contemplazione; come è possibile che tutto
dipenda da ciò che stiamo guardando e sperimentando su questo piano?
*
Nella sua opera incompiuta, Essais de palingénésie, Pierre-Simon Ballanche dichiarò che l'origine della società era direttamente collegata all'origine del linguaggio, e questa era una rivelazione diretta di Dio e l'umanità doveva attraversare tre fasi: la caduta della perfezione, il periodo di prova e la rinascita finale o ritorno alla perfezione.
...e
qui, aggiungiamo rispettosamente, che tutto questo processo avviene nella vita,
o meglio, nelle vite.
*
L’eterno è paziente e le sue prospettive completamente diverse dalla nostra visione temporale non ci permettono di intravedere qualcosa di più grande senza la maledizione della filosofia della scienza imposta che domina tutti con il suo probabile effetto, da qui la difficoltà di comprendere perché tanti soffrono così tanto a causa di le loro azioni sono insensate e un numero minore soffre ancora per non capire come cambiare questa situazione, mentre un numero molto minore lavora in silenzio perché capisce che la sofferenza è temporanea rispetto all’universalità dell’intero processo e che, qui, non è possibile perché tutti possano intravedere pari contenuto e significato per ritornare alla ragione più grande della nostra comprensione, quando la risposta sta nella comunione di tutti con tutti.
L’idea che icone onorevoli e martiri che sanguinarono cercando risposte e poi incidendole su pietra, legno e carta debbano essere cancellate è sorprendente, perché i grandi studenti e gli studenti disciplinati che sono diventati insegnanti scientifici continuano tuttavia a dubitare di questi Documenti e di tutte le Sacre Scritture.
037.ab cqe