sábado, 7 de dezembro de 2024

Confessione – Pranzo Toscano

 








Il collega, molto felice, racconta una storia che finisce con un dilemma. Aveva ricevuto un risarcimento e si recò dal suo amico che gli aveva aperto gli occhi sui suoi diritti, tuttavia, racconta che quando lo fece non riuscì a dimostrare tutta la gratitudine che provava, fatto che lo lasciò piuttosto malinconico, com'era la prima volta che aveva notato qualcosa che si ripeteva sempre in momenti simili.









Dopo tante riflessioni, racconta di essere arrivato ad una conclusione da autodidatta: “Penso che dovrei rivolgermi ad uno psicologo per avere qualche certezza”, e continua, “ormai da giorni, dopo il mio disagio per quanto accaduto, mi sento ruminando sull'idea che la menzogna delle persone, non dico la menzogna cattiva, quella astuta, artigianale, ma la plasticità, quel trucco invisibile, l'orrenda patina sociale che si è impadronita della maggior parte di noi, ha assunto lo stato di status costituito facendoci comportati bene bugiardi assidui, una sorta di empatia mascherata, sempre con il sorriso sulle labbra e saluti contemporanei. Il che non è poi così negativo e in una certa misura capisco che sia importante cucire la nostra quotidianità, però questo è esagerato, al punto che, quando c'è una serietà reale che coinvolge emozioni ferme, non riusciamo più a trovare esso, dietro tanti stereotipi, il nostro vero volto. D'altra parte, il mondo sociale necessariamente ha trasformato anche me, la differenza è che io conosco il nostro movimento, quello che sta accadendo, — e, anche se non sono d'accordo — sono consapevole, quindi, quando ho bisogno di esprimere io stesso sul serio, onestamente, questa scienza, questo sentimento, ne sono sicuro, si manifesterà sempre; e poi mi prende una specie di senso di colpa, di non essere migliore della massa comune che siamo diventati, e anche se sono sincero in ciò che la vera onestà richiede, questa malinconia che ti ho detto che provo non semplicemente resta nella mia mente, viene fuori e peggiora il tutto, in un miscuglio di sentimenti che, secondo me, permette alla persona a cui sono totalmente grato, di non rendersi conto, nella sua interezza, di quanto sono in debito”.











Fumo forte - Sono contenta che me lo dicesse, e non chiedendo consigli, se lo facesse avrebbe approfittato del suo stesso gancio, confermando che aveva ragione nel pensare di risolvere la cosa con uno psicologo.














Da parte mia, difendo al riguardo una tesi che confesso non delle più piacevoli, soprattutto perché toglie, in linea di principio, la magia del momento che, unico, va festeggiato in pompa magna e brinda con i più persone amate, dimenticando completamente le difficoltà incontrate fino a quel momento. Paragono questa estroversione libera e celebrativa, alludendo a quegli effusivi pranzi cinematografici tra famiglie, sotto gli alberi del cortile, nei villaggi nell'aspra geografia della Toscana, bagnati dai suoi mari paradisiaci, sotto il mite sole e le brezze che solo la costa offre.

 








Tuttavia, nei miei saggi sostengo che gran parte del quadro commemorativo è danneggiato; cosa che sembra impossibile guardando la prospettiva dell’intera celebrazione. Certo è che accettare la seguente tesi, dimostrandosi sostenitrice del mio pensiero, è un vero peccato – registrarla qui solo per motivi personali – in fondo soffoca parte della magia e riguarda il comprendere che gran parte di ciò che riceviamo; la gioia del momento può essere offuscata dal ricordo degli enormi intoppi accaduti fino a quel momento. So che questo non sembra avere senso. Esponendolo in modo ancora più freddo, nella speranza che questa osservazione guasta e perfino malsana non prenda forza; contaminando la mente di chiunque, quindi, il fascino, o chiunque possa percepire la magia di quanto con tanta fatica è stato realizzato. deve continuare così; festeggiando con tutti e con tutte le forze. Usando una mentalità ancora più meschina, credo che in alcune persone, proprio come il mio amico – non gliel'ho detto – emergono sentimenti di orgoglio, di nascosto, non so se sono feriti o meno, dal dolore sofferto , la spiacevolezza e un certo debito verso la fiducia in se stessi, per esempio, che fanno emergere la sensazione che sia accaduto l'ovvio; Dobbiamo festeggiare, ma questa emergenza non permette alla persona di sentirsi completamente libera, libera, in ciò che si sta realizzando.












Viviamo in un mondo in cui le situazioni in cui qualcosa arriva gratis sono rare. Sempre; o c'è una sofferenza pregressa, spesso al limite dell'esaurimento, oppure anche il beneficio stesso, con il passare dei giorni, diventa un peso; quando si tratta di individui dominati dalla ragione, mancano della libertà delle grandi anime che vivono solo il momento della gioia con tutti i piaceri che ciò richiede.










Eccomi entrato nella depressione del mio amico, giro pagina, non voglio che questo esercizio si chiuda con quest'aura malinconica, e anche se difendo l'idea che la maggior parte di noi, smemorati e disattenti, fingono di essere felici, nascondendo le nostre nobili purezze tra la plasticità di maschere di empatia, tutti noi, in qualche modo magico, comprendiamo quanto sia meravigliosa la vita – e che un giorno ci arriveremo –, e le opportunità che abbiamo negli intervalli tra la nostra quotidianità problemi, e ciò che ci spinge a ricorrere a questi sotterfugi è semplicemente la mancanza di fiducia che abbiamo in noi stessi. Non tutti noi possiamo vedere la bellezza nel semplice. Se ognuno di noi fidasse di sé, a modo suo, la catena umana si rafforzerebbe a livelli tali da rendere eterni i nostri pranzi domenicali negli assolati borghi della Toscana.




Estendiamo l'esistenza del sentimento.

Bonachinho

Dalla serie; La chiave è semplice.












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