Individualmente
parlando; quanto è profondo, quanto è profondamente coinvolto ciascuno di noi
con la materia, rispetto a ciò che invece tocchiamo con notevole profondità al
punto da lasciare qualche onesta traccia nel tempo di quella coscienza!?!
Anche
se al maestro poco importa del record, a discapito di come è stato percorso il
percorso; l'espediente esposto funge da faro, da pilastro, da base di appoggio
per il cercatore dedicato e, quindi, molto importante come base di appoggio per
il neofita applicato. Ma devi stare attento; Potrebbe non essere necessaria una
dedizione eccessiva.
Si
può avere uno o una dozzina di figli, trasformarsi in un famoso scrittore,
insegnante, ingegnere che esplora le miniere, o le profondità delle caverne, o
gli oceani, o persino scavare negli spazi vuoti dell'universo con razzi e
astronavi, ma ; quanti siete? Quanto sei presente? Cioè, quanta volontà è al di
là e quanto è presente la volontà; quando è del tutto possibile per un normale
lavoratore raggiungere qualche nobile obiettivo al momento della loro eccessiva
dedizione.
Di
recente ho colto la reazione di alcuni amici dopo una superficiale analisi da
parte mia sulla loro visione del nostro comportamento, mio e di Mia Amata Moglie.
Mi è sembrato chiaro che ci capissero disconnessi dalla realtà più piccola del mondo, cioè la realtà ordinaria di sopravvivere qui – comportamento
che provoca stupore, considerato persino assurdo da chiunque apprezzi la vita
così com'è
Quando
vengo a casa mia, guardando con freddezza; quella che vedi è una coppia
dispersa, slegata dalla pulsione, dalla volontà, dal tumulto, dalla paura,
dall'attesa, dall'immersione a cui tutti gli altri sono obbligati; Direi che
possono persino paragonarci a due adulti che non sono cresciuti. Non connesso
con la realtà.
Rispondo
qui che l'abbiamo superato.
Noi
due abbiamo superato l'infame, crudele, strisciante, meschino, impraticabile,
orrendo risucchio della materia.
Adempiamo
al nostro obbligo nei suoi confronti, "adempiamo" nel presente.
Rispetto al passato, siamo stati messi ai margini, banditi, proscritti e, cioè,
abbiamo deciso che fuori dalle mura cittadine, che appaiono terribili e sterili
al comune passante, c'è invece vita. È possibile sopravvivere, di più, è
possibile esistere a un livello che non avrei mai creduto possibile. Abbiamo
quindi deciso di non tornare; non perché non abbiamo assunto le ragioni
dell'espulsione, al contrario, perché il ritorno sarebbe possibile solo se
assumessimo anche la verità dei nostri carnefici.
Dopo
aver chiarito il riassunto dei nostri visitatori, ho pensato che sarebbe stato
utile andare avanti in questo esercizio, non solo sulla situazione in sé, ma
rispondendo a una comprensione superficiale con argomenti dello stesso valore.
Ho compreso meglio, qualificando e chiarificando per tutti coloro che non erano
d'accordo, la possibilità di un ritorno, che, a differenza dell'intesa comune,
non è questione di ritorno, ma di rimanere in un altro stato, pur vivendo in
mezzo allo stato/materia .
Noi
due non tocchiamo più a fondo la questione. La materia ora svolge il suo ruolo
specifico: un supporto minimo obbligatorio dove, come i cetrioli confezionati,
teniamo le nostre coscienze tra i personaggi di questa meravigliosa
condensazione, ma non per l'ordinario impasto, ma perché riusciamo finalmente a
tenerci lontani dalla contaminazione . che l'eccesso di materia provoca
condizionando l'uomo.
Pensando
alla reazione dei miei visitatori, mi sono immaginato di rispondere che noi due
siamo come la puntina di un grammofono che, sfiorando la materia rigida del
disco, fa uscire le canzoni più belle, ricordando, soprattutto, che questo
accade proprio perché molti uomini che vivono la materia hanno lavorato a
questo fine.
Tuttavia,
prima di questo esercizio ho cambiato l'illustrazione del confronto tra l'ago
che tocca il disco e la libellula che tocca il fiore d'acqua, capendo
involontariamente che qui, in questa azione, è presente la materia, ma non c'è
azione dell'uomo mentre è naturale la bellezza illustra l'immagine.
Ecco
perché sembriamo due persone alienate, stiamo, per quanto possibile, toccando
la materia il meno possibile. Abbandoniamo le immersioni vuote in molecole
dense. Vogliamo essere nel fiore dell'acqua, con le ninfee, con le libellule,
toccando semplicemente il fiore come il colibrì che non smette di svolgere il
suo importante lavoro.
Vogliamo
scavare nel nulla, non la profondità ma il profondo, non il denso ma la luce,
il tocco.
Strano
per essere materiale, a livello di confronto con i nostri visitatori, per
esempio; cercheremo, avendo come modello alcuni luminari, dalle nostre azioni e
dai nostri testi, di trasmettere ai nostri fratelli della materia, del corpo
fisico, anche come esempio, il risveglio al fatto che, all'interno di quello
stesso corpo c'è un'anima, uno spirito che in molti di noi giace dormiente, ma
che in un istmo, un lampo, una scintilla, inesorabilmente, verrà anche sfiorato
e allora comprendendo la reazione che tutti noi che tocchiamo solo la materia
attendiamo, la comprensione che la l'anima è solo, momentaneamente attaccata
alla materia.
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