sábado, 22 de abril de 2023

Il tocco della libellula

 







Individualmente parlando; quanto è profondo, quanto è profondamente coinvolto ciascuno di noi con la materia, rispetto a ciò che invece tocchiamo con notevole profondità al punto da lasciare qualche onesta traccia nel tempo di quella coscienza!?!








Anche se al maestro poco importa del record, a discapito di come è stato percorso il percorso; l'espediente esposto funge da faro, da pilastro, da base di appoggio per il cercatore dedicato e, quindi, molto importante come base di appoggio per il neofita applicato. Ma devi stare attento; Potrebbe non essere necessaria una dedizione eccessiva.








Si può avere uno o una dozzina di figli, trasformarsi in un famoso scrittore, insegnante, ingegnere che esplora le miniere, o le profondità delle caverne, o gli oceani, o persino scavare negli spazi vuoti dell'universo con razzi e astronavi, ma ; quanti siete? Quanto sei presente? Cioè, quanta volontà è al di là e quanto è presente la volontà; quando è del tutto possibile per un normale lavoratore raggiungere qualche nobile obiettivo al momento della loro eccessiva dedizione.







Di recente ho colto la reazione di alcuni amici dopo una superficiale analisi da parte mia sulla loro visione del nostro comportamento, mio ​​e di Mia Amata Moglie. Mi è sembrato chiaro che ci capissero disconnessi dalla realtà più piccola del mondo, cioè la realtà ordinaria di sopravvivere qui – comportamento che provoca stupore, considerato persino assurdo da chiunque apprezzi la vita così com'è








Quando vengo a casa mia, guardando con freddezza; quella che vedi è una coppia dispersa, slegata dalla pulsione, dalla volontà, dal tumulto, dalla paura, dall'attesa, dall'immersione a cui tutti gli altri sono obbligati; Direi che possono persino paragonarci a due adulti che non sono cresciuti. Non connesso con la realtà.








Rispondo qui che l'abbiamo superato.

Noi due abbiamo superato l'infame, crudele, strisciante, meschino, impraticabile, orrendo risucchio della materia.











Adempiamo al nostro obbligo nei suoi confronti, "adempiamo" nel presente. Rispetto al passato, siamo stati messi ai margini, banditi, proscritti e, cioè, abbiamo deciso che fuori dalle mura cittadine, che appaiono terribili e sterili al comune passante, c'è invece vita. È possibile sopravvivere, di più, è possibile esistere a un livello che non avrei mai creduto possibile. Abbiamo quindi deciso di non tornare; non perché non abbiamo assunto le ragioni dell'espulsione, al contrario, perché il ritorno sarebbe possibile solo se assumessimo anche la verità dei nostri carnefici.










Dopo aver chiarito il riassunto dei nostri visitatori, ho pensato che sarebbe stato utile andare avanti in questo esercizio, non solo sulla situazione in sé, ma rispondendo a una comprensione superficiale con argomenti dello stesso valore. Ho compreso meglio, qualificando e chiarificando per tutti coloro che non erano d'accordo, la possibilità di un ritorno, che, a differenza dell'intesa comune, non è questione di ritorno, ma di rimanere in un altro stato, pur vivendo in mezzo allo stato/materia .








Noi due non tocchiamo più a fondo la questione. La materia ora svolge il suo ruolo specifico: un supporto minimo obbligatorio dove, come i cetrioli confezionati, teniamo le nostre coscienze tra i personaggi di questa meravigliosa condensazione, ma non per l'ordinario impasto, ma perché riusciamo finalmente a tenerci lontani dalla contaminazione . che l'eccesso di materia provoca condizionando l'uomo.








Pensando alla reazione dei miei visitatori, mi sono immaginato di rispondere che noi due siamo come la puntina di un grammofono che, sfiorando la materia rigida del disco, fa uscire le canzoni più belle, ricordando, soprattutto, che questo accade proprio perché molti uomini che vivono la materia hanno lavorato a questo fine.








Tuttavia, prima di questo esercizio ho cambiato l'illustrazione del confronto tra l'ago che tocca il disco e la libellula che tocca il fiore d'acqua, capendo involontariamente che qui, in questa azione, è presente la materia, ma non c'è azione dell'uomo mentre è naturale la bellezza illustra l'immagine.








Ecco perché sembriamo due persone alienate, stiamo, per quanto possibile, toccando la materia il meno possibile. Abbandoniamo le immersioni vuote in molecole dense. Vogliamo essere nel fiore dell'acqua, con le ninfee, con le libellule, toccando semplicemente il fiore come il colibrì che non smette di svolgere il suo importante lavoro.








Vogliamo scavare nel nulla, non la profondità ma il profondo, non il denso ma la luce, il tocco.









Strano per essere materiale, a livello di confronto con i nostri visitatori, per esempio; cercheremo, avendo come modello alcuni luminari, dalle nostre azioni e dai nostri testi, di trasmettere ai nostri fratelli della materia, del corpo fisico, anche come esempio, il risveglio al fatto che, all'interno di quello stesso corpo c'è un'anima, uno spirito che in molti di noi giace dormiente, ma che in un istmo, un lampo, una scintilla, inesorabilmente, verrà anche sfiorato e allora comprendendo la reazione che tutti noi che tocchiamo solo la materia attendiamo, la comprensione che la l'anima è solo, momentaneamente attaccata alla materia.







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