“Il
mondo materiale è un emblema, un geroglifico del mondo spirituale.
Pierre-Simon
Ballanche
Il pellegrinaggio umano risale a milioni di anni fa; In questo periodo breve rispetto all’eternità, all’infinito, dobbiamo quel poco che abbiamo assorbito alle centinaia di martiri, oggi diventati guide, mentori, pionieri della ragione che hanno aperto le prime vie, illuminando sentieri, o chiarendoli con le loro esperienze , molti a volte precari, poi per noi sostenuti e agevolati. A loro la nostra gratitudine deve estendersi anche e sempre, come effetto rigeneratore, del resto se oggi intravediamo coscienze migliori è proprio perché le loro sono state provate fino allo sfinimento e, anche in questo momento, possono sbocciare la nostra critica. coscienza in modo che ora possiamo, più facilmente, espandere ciò che questi Veri Maestri, da qualche parte nell'universo, continuano a guidare e facilitare il nostro viaggio.
*
Qualifichiamo invariabilmente movimenti, eventi, in un insieme più ampio di cose, trasformandoli in miti, se non dannosi, che li squalificano di fronte a volontà più grandi – o altri miti, dogmi e paradigmi accettabili.
Sono
le correnti momentanee, alla moda, opportune e cariche di materia, che
indirizzano tutte le azioni verso la contaminazione desiderata, adattandole o
distorcendole a qualche conveniente collegialità di particolare potere, quando
queste non si adattano al processo socio-politico attuale.
Non
siamo nulla di ciò che siamo, eppure il movimento sociale insiste nel renderci
proprietari di un protagonismo che non dominiamo nemmeno lontanamente, e questa
presunta paternità è la causa principale del nostro ritardo, mentre ci illudiamo
di essere ciò che siamo. Il mondo ha conquistato.
La nostra esistenza è diventata un mito mediatico in cui riusciamo in qualche modo, inconsciamente, ad autostimolarci, ad essere il meglio di noi stessi, e questa convinzione errata e perniciosa ci attacca e ci tiene in ostaggio di una vita – visione – superficiale di ciò che realmente pensiamo. Sono. potremmo esserlo. Crediamo cioè che siamo e possiamo, che siamo degni, che la nostra dignità deve essere sputata in faccia a tutti senza che lo sputo esca e poi gli altri, anche se non provano nulla, la apprezzano e sembrano conniventi, mentre lì è l'intesa che, per qualche motivo, devono accettare questo processo, che è periferico, evidenziando il più possibile gli individui che occasionalmente hanno bisogno di agire in questo modo, purché le altre maschere rimangano asciutte, intatte, e che le strade continuare a cedere il passo al processo creato, cioè a tutti noi con il collo teso.
Niente
può essere richiesto senza essere guadagnato; no, vivere nella società di oggi.
Tuttavia, alcuni miti sociali obbligatori, radicati e negoziati hanno camuffato
la comprensione comune di tutti coloro che si sentono, per caso, non solo
rappresentati, ma giustificati, ad esempio, a causa del riconoscimento di un
passato negligente. E le azioni in questo senso sono tutte non solo benvenute
ma obbligatorie, anche se andrebbero maggiormente contestualizzate alla luce di
intese intelligenti con l'obbligo del rispetto e della dignità delle decisioni,
quindi, oneste e serie.
Tutto
è una patina molto sottile – Quello che siamo arrivati a
capire è che questo è più simile a una trama sociale molto ben
costruita, che tende a un imbroglio, in molte organizzazioni, se si guardano i
dettagli del modo in cui viene consegnato, una vera mancanza di rispetto, un
inganno, un'illusione e, peggio ancora, una trappola, dopo tutto, fa capire a
molti cittadini che sono parte del processo e, inoltre, rispettati; quando è
lui stesso, credendo unicamente nella macro azione, ricevendo gli encomi, i
ritratti, i benefici nel modo in cui se ne vanta, che finisce per commettere un
atto vessatorio mancando di rispetto a se stesso.
Cosa
sono i miti? Tutto oggi è un mito senza significato di buon auspicio o al
contrario, con significati nascosti, dove il progetto sociale, la macchina
sociale si dirige verso gli atti sospetti, verso il dubbio, cioè non è mai
diretto a ciò che chiarisce, a ciò che delucida , ci sembra che gli atti
ufficiali non mirino mai a ciò che conta veramente per un uomo buono, che è la
semplicità, l'amore, il rispetto, imparare a essere grati e ad avere
compassione, cosa però del tutto diversa, a parte lo stolto vincolo della
teologia.
L'essere
semplice, l'essere gentile, amorevole, docile, gentile, amichevole, cordiale,
rispettoso, contemplativo, è stato nel corso dei secoli liquidato come
religioso – qui, nel peggiore dei casi la religione ha da offrire – schietto,
alienato, strano, qualcuno non tagliato per vincere. Ora ci chiediamo come, se
quanto abbiamo narrato finora ha a che fare con persone smarrite, illuse, prive
di possesso di sé, in fondo agiscono a causa di un processo sociale mascherato,
cioè di una situazione del tutto ombrosa e quello contaminato.
Quanta
verità c'è nel nostro diffuso modo di agire contemporaneo???
Ripetiamo
ancora; Non c'è modo di essere qualcuno se non puoi raggiungere questa
personalità, essere qualcuno.
Siamo
uno stereotipo molto malformato, nelle azioni diffuse e ricorrenti, possiamo
dire che non siamo zombie solo perché abbiamo tutte le proprietà di un essere
umano pienamente completo, ma la nostra mente è assurdamente dominata da idee e
suggestioni che vanno oltre la nostra volontà e la nostra capacità. il
risultato è catastrofico. questa osservazione: sono inibitori delle gigantesche
forze di cui disponiamo per combattere questo stato vegetativo. Diventiamo
piccoli miti. Non siamo più persone con una nostra personalità.
Citiamo
solo un esempio di mito pernicioso, cioè si risveglierà non appena la parola
sarà scritta: hippie. Il movimento hippie, nel suo principio basilare,
rimuoveva il processo umano opportunistico che lo contaminava; È un movimento
bellissimo, di pace, amore e solidarietà, però basta avvicinarsi ad esso e tutto
ciò che di male è legato ad esso diventa più forte di significato, superando il
significato di buon auspicio delle parole amore, pace, gentilezza e
solidarietà.
Così
è per tutto ciò che può nascere da un pensiero puro, o anche nascere, o
finalizzato al vero bene comune, gratuito, bello, senza il senso dello scambio,
del pagamento.
Saltiamo
questa tappa, la bruciamo, la viviamo solo da bambini e ogni secolo, solo con i
bambini più piccoli di ogni generazione, quindi è certo che la nostra essenza
viene cancellata; ciò che siamo non siamo noi. Siamo i più grandi, però, non
lasciandoci compiere i passi uno per uno, imparando a conoscere la nostra
essenza, ciò che sperimentiamo è l'essenza degli altri, imposta, della
perniciosa materia sociale che contamina il nostro pensiero e ciò che ci è
riservato è essere condannati alla nostra mediocre vita quotidiana.
Insomma,
le nostre prospettive miopi non possono permettersi, né tantomeno osare
immaginare che, in questo vasto universo che abitiamo, possa esistere una
volontà più grande finalizzata al bene, all'amore, all'equilibrio, alla
considerazione, alla pura e semplice contemplazione; come è possibile che tutto
dipenda da ciò che stiamo guardando e sperimentando su questo piano?
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Nella sua opera incompiuta, Essais de palingénésie, Pierre-Simon Ballanche dichiarò che l'origine della società era direttamente collegata all'origine del linguaggio, e questa era una rivelazione diretta di Dio e l'umanità doveva attraversare tre fasi: la caduta della perfezione, il periodo di prova e la rinascita finale o ritorno alla perfezione.
...e
qui, aggiungiamo rispettosamente, che tutto questo processo avviene nella vita,
o meglio, nelle vite.
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L’eterno è paziente e le sue prospettive completamente diverse dalla nostra visione temporale non ci permettono di intravedere qualcosa di più grande senza la maledizione della filosofia della scienza imposta che domina tutti con il suo probabile effetto, da qui la difficoltà di comprendere perché tanti soffrono così tanto a causa di le loro azioni sono insensate e un numero minore soffre ancora per non capire come cambiare questa situazione, mentre un numero molto minore lavora in silenzio perché capisce che la sofferenza è temporanea rispetto all’universalità dell’intero processo e che, qui, non è possibile perché tutti possano intravedere pari contenuto e significato per ritornare alla ragione più grande della nostra comprensione, quando la risposta sta nella comunione di tutti con tutti.
L’idea che icone onorevoli e martiri che sanguinarono cercando risposte e poi incidendole su pietra, legno e carta debbano essere cancellate è sorprendente, perché i grandi studenti e gli studenti disciplinati che sono diventati insegnanti scientifici continuano tuttavia a dubitare di questi Documenti e di tutte le Sacre Scritture.
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